L'eredità di Expo | eatparade

Foto di Elio Errichiello ©

Dopo un inizio un po’ traballante, tra padiglioni instabili e folla ingestibile, Expo Milano 2015 tira le somme del suo epilogo. Dal primo Maggio al 31 Ottobre l’area di Milano dedicata a Expo ha mostrato cibo proveniente da ogni parte del mondo, convogliando al suo interno una moltitudine di popoli e sapori.
Il vero picco si è registrato però solo verso Agosto, quando il grande caldo di Luglio ha smesso di abbattersi sull’Italia e l’organizzazione dell’esposizione universale ha cominciato a delinearsi.

Per visitare tutto Expo occorrono circa 10 ingressi, ma a fine Giugno alcuni padiglioni ancora non erano pronti. La tematica centrale è sempre stata l’alimentazione sostenibile, ma non tutti i padiglioni hanno rappresentato appieno questo principio, dando maggiore spazio all’architettura estetica che al concetto di nutrizione per il futuro. Da segnalare certamente è il padiglione Israele, che in uno spazio notevole, ma esteso in alto con il suo orto verticale, ha espresso con chiarezza i valori della ricerca agricola.

Il cibo è stato una continua variabile, con lo street food e combinazioni di spezie con sapori dolci e salati: hamburger di coccodrillo, gelato allo zafferano, l’immancabile pizza. Ma la gastronomia è stata circondata da eventi che hanno spaziato da concerti a vere e proprie parate, come il corteo messicano, colorato e vivace, esattamente come i suoi sapori.
Il vero vip di Expo però è stato l’Albero della vita, situato accanto al padiglione Italia e fotografato ovunque, soprattutto con le luci notturne. Lo spettacolo che ha presentato è stato ampiamente apprezzato, figurandosi come rivincita e rinascita italiana.

Infine, le persone presenti a Expo hanno consentito uno scambio culturale notevole, fonte di arricchimento e conoscenza. I popoli e le loro usanze si sono interfacciate con il cibo, livellando tutte le differenze sociali.

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