Anche il caffè nel mirino dell’Oms. | eatparade
Dopo le carni rosse e lavorate, l’Iarc, l’agenzia dell’Oms per la ricerca sul cancro, a finire nel mirino è anche la bevanda più popolare e più amata dagli italiani: il caffè. Al termine della fase di raccolta degli studi scientifici per valutare il potenziale cancerogeno di caffè che si concluderà il 22 aprile, tra il 24 ed il 31 maggio 2016, gli esperti dell’Iarc, presenteranno una monografia dedicata al caffè, al mate e alle altre bevande calde, per decidere se inserirli nella lista dei cibi cancerogeni.
Già nel 1991, esso è stato inserito nel gruppo 2b, ovvero tra le sostanze probabilmente cancerogene per la limitata possibilità che provochi cancro alla vescica, escludendo però eventuali conseguenze su stomaco e mammella. Ora, oltre agli effetti sull’organismo del consumo prolungato di caffeina e acidi cloro genici, sarà valutata l’azione delle Aflatossine, e in particolare dell’Ocratossina A, una micotossina epatocancerogena.
È scientificamente provato che il caffè ha importanti effetti positivi sull’essere umano: nelle persone sane, bere tre tazzine di caffè al giorno può aiutare a prevenire il tumore del cavo orale/faringe, fegato (inclusa la cirrosi), endometrio e forse del colon. Dunque, nel mirino dell’Oms non finiranno le caratteristiche e la composizione della pianta, ma il tipo di tostatura, ovvero la torrefazione poiché molte sostanze chimiche si trasformano, scompaiono e si formano; e l’effetto delle temperature elevate.
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