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5 modi per distinguere l’olio d’oliva dall’olio extravergine d’oliva | eatparade

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Da poco scoppiato lo scandalo delle sette aziende che spacciavano olio d’oliva per olio extravergine, il consumatore si è sentito disorientato. Per questo riconoscere la differenza è fondamentale per tutelarsi e non consentire un guadagno disonesto del 30-40% in più da parte di chi non lo merita.
Non disponendo di un’esperienza organolettica allenata, vi sono alcuni dati che permettono una facile individuazione:

  • Freschezza dell’olio. L’olio deperisce, soprattutto quando la bottiglia viene aperta. Per assicurare la longevità del prodotto è meglio acquistarlo direttamente dal frantoio. In genere la scadenza è di due anni dopo l’imbottigliamento.
  • Conservazione. Il vetro della bottiglia di olio deve essere scuro per preservarlo dalla luce. La conservazione perfetta è in un luogo fresco e buio.
  • Fruttato, amaro e piccante. Spesso il colore può ingannare, la vera prova è l’assaggio e i sentori di amaro e anche di piccante indicano il pregio dell’olio. L’aroma fruttato è indispensabile per riconoscere un olio extravergine.
  • Etichetta. Questa svela la provenienza delle olive, del frantoio, dell’azienda.
  • Prezzo. Un olio extravergine d’oliva non è economico e i prezzi bassi devono far sospettare che ci sia qualcosa di sbagliato.









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