Acqua liquida su Marte. La scoperta della NASA | eatparade
Lo scorso 28 settembre nel corso di una conferenza stampa la NASA ha rivelato la presenza su Marte di acqua allo stato liquido.Una sorta di brina la cui esistenza è stata confermata in alcuni punti di osservazione come i crateri Hale, Horowitz e Palikir dove sono visibili strisce scure, ossia piccoli canali formati probabilmente dallo scorrere di acqua in forma semiliquida.
Secondo i ricercatori della NASA l’acqua ha un ruolo chiave nella formazione delle striature osservabili stagionalmente su alcuni pendii del pianeta. Durante la stagione estiva, quando la temperatura di superficie fa salire il termometro sopra la soglia dei -23 gradi centigradi, rivoli di acqua iniziano a scorrere da alcuni crateri e a trapelare dalla roccia, per poi disperdersi in una serie di canali. Le previsioni ammontano a un milione di metri cubi sparsi su una superfice molto estesa. Da anni i ricercatori ipotizzano la presenza di acqua allo stato liquido sulla superfice marziana oltre naturalmente a quella ghiacciata. Ipotesi accreditate risalgono allo scorso aprile quando arrivò la notizia spedita dal rover Curiosity secondo cui la notte sul terreno di Marte si formano piccole pozzanghere di acqua, che evaporano poi durante il giorno. Oggi, le prove inequivocabili sono state ottenute analizzando i dati raccolti dalla sonda spaziale MRO. A bordo di questa stazione orbitante, un sofisticato strumento “spettometro” ha rivelato un abbondante presenza di sali contenente acqua all’interno dei cristalli. Questa brina scava rivoli sui rilievi montuosi del pianeta rosso.
La provenienza e la composizione sono ancora da svelare. Questa scoperta, infatti, porta con sé diversi dubbi. Bisogna capire che cosa dia origine allo scorrimento dell’acqua, se proviene da una falda sotterranea con l’arrivo delle temperature più miti, se è favorita dalla presenza dei sali che la catturano, o se invece è l’effetto di una condensazione dell’umidità presente nello strato di atmosfera che circonda la crosta del pianeta. Queste per ora le ipotesi avanzate.