Criosità sull’olio, il re dei condimenti | eatparade
In questi giorni non si fa che parlare dello scandalo sul falso olio extravergine. Si moltiplicano le notizie su come distinguere quello autentico da quello tarocco, sulla provenienza delle olive, quali sono le marche colpevoli, e così via.
Ma proviamo a far luce su aspetti diversi legati a questo divino esaltatore di sapori, ovvero quali sono i miti e le leggende più affascinanti che lo riguardano.
Secondo un’antica leggenda europea ogni cento anni i tesori nascosti nelle profondità della terra andrebbero di diritto al diavolo, ovviamente felice di impadronirsi di tutto quel ben di Dio senza muovere un dito. C’è un solo modo per fregare il malloppo al re delle tenebre. Ungere di olio, naturalmente extravergine, il dito di un bambino. L’oscurità si farà d’un tratto chiara e le montagne diventeranno per incanto trasparenti. Trovare il tesoro diventa così un gioco da ragazzi. E tutto grazie a un dito condito.
Gli antichi greci attribuivano la nascita dell’ulivo alla dea Atena, la quale si contendeva con lo zio Poseidone il diritto di dare il nome alla città più importante dell’Elleade. Ciascuno dei due offrì un dono per mostrarsi degno del titolo. Ad aprire la gara fu il dio del mare che colpì la terra col tridente facendo scaturire una pozza d’acqua salata, la sua offerta consisteva dunque nel dominio dei mari. Per contro, la figlia di Zeus rispose con una pensata geniale. Fece spuntare il primo ulivo della storia e davanti a quell’albero carico di frutti verdissimi, la giuria popolare non ebbe dubbi e premiò Atena, che legò per sempre il suo nome ad Atene.
La Grecia sacralizza l’invenzione dell’olivicoltura ma le altre civiltà mediterranee non sono da meno.
Se oggi i grandi chef riscoprono l’olio non fanno che rimettere le cose al loro posto, restituendo al succo dell’ulivo tutta la sua dignità. Non più semplice portatore di gusto per carni, pesci e verdure, ma cibo a tutti gli effetti.