I cereali di nicchia | eatparade
Per cereali di nicchia o minori, si intende quel gruppo di colture che ha subito, nel corso degli anni, una diffusione sempre più ridotta a causa di diversi fattori, primo fra tutti la minor produttività rispetto al frumento.
Un ulteriore motivo che ha portato al progressivo abbandono di questi cereali è stata una standardizzazione dei consumi e quindi una minor richiesta sul mercato.
I cereali di nicchia (orzo, farro, grano saraceno e segale) sono tornati ad essere i protagonisti di percorsi alimentari alternativi soprattutto da parte di quei consumatori alla ricerca di prodotti biologici che cercano sull’etichetta il marchio del biologico per assicurarsi un alimento senza residui chimici di sintesi e rispettoso dell’ambiente. In effetti la coltivazione dei cereali minori ben si sposa con questo metodo di coltivazione; il consumatore è sempre più attento al benessere, alla salute e alla riscoperta del gusto.
Questi cereali sono colture che offrono la possibilità di limitare i costi di produzione, infatti si chiamano colture low input, ovvero sono caratterizzate da una limitata richiesta di mezzi tecnici e permettono inoltre di sfruttare le aree marginali del territorio, difficilmente coltivabili. Non solo, la coltivazione di cereali biologici rappresenta una valida alternativa ed una buona opportunità di integrazione al reddito dell’azienda tradizionale.
In un’ottica di valorizzazione di produzioni locali, l’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN) ha iniziato uno studio di queste produzioni di nicchia, dove verranno studiate sia materie prime locali, come alcune tipologie di riso e di orzo, che d’importazione. Tali studi consentiranno di acquisire conoscenze scientifiche su questa tipologia di alimenti.
Materiale di ricerca:
http://nut.entecra.it/413/molecole_funzionali_in_cereali_di_nicchia_moda_o_salute.html